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di Alae Al Said

pagg. 270

ed. Zambon

«Come nelle opere di Susan Abulhawa, la vita quotidiana dei palestinesi, costretti a vivere sotto la crudele occupazione israeliana, segue uno schema comune a tutte le comunità del mondo: il lavoro, gli amori tra giovani, le difficoltà economiche, l'emigrazione verso l'occidente alla ricerca di progetti di vita degni di questo nome, i conflitti generazionali. La cornice nella quale questa quotidianità assume un andamento epico, e unifica una comunità che s'identifica nel dolore e nell'ingiustizia, è il tallone di ferro dell'occupazione militare israeliana (...) Diversamente da tanti romanzi che lasciano ben poco alla coscienza dei lettori, questa prima opera di Alae Al Said ha il merito di farci partecipare alle vicissitudini reali dei suoi protagonisti e di accompagnarci alla comprensione storica e politica della tragedia di un intero popolo che non intravede ancora una soluzione». (Dalla prefazione di Diego Siragusa)

"Asia non sa che il 1987 è l'anno in cui la sua vita cambierà. Prima di quell'anno, la sua amicizia con Leila era splendida, il saponificio del padre portava avanti la famiglia e i giorni scorrevano sereni, nonostante l'occupazione.
Ma a causa di un segreto tra le due amiche, a causa della loro  incoscienza, della loro innocenza, faranno un errore. Questo le porterà a vivere un dramma, che cambierà tutto. Sullo sfondo di una Nablus in cui la produzione del sabun -sapone- è portante, un racconto che si intreccia con l'attualità della storia palestinese,
un romanzo che toglie il fiato."

Alae Al Said è nata a Roma nei 1991, da genitori palestinesi. Attualmente vive a Milano dove studia Scienze politiche e Relazioni internazionali. Questo è il suo primo romanzo

ele.alsaid@hotmail.it

zambon@zambon.net

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